Vaccino antirabbico

La rabbia è una zoonosi, cioè una malattia trasmessa dall’animale infetto all’uomo. La trasmissione avviene tramite il morso o un graffio da parte di animali infetti. Ha esito letale e colpisce il sistema centrale dei mammiferi, incluso l’uomo. Non esiste una cura, né per l’uomo che per gli animali, quindi l’unico modo per evitare l’infezione è la prevenzione tramite il vaccino.


E’ possibile prevenire l’infezione tramite vaccinazione pre-esposizione; in caso di contagio, viene eseguito il trattamento antirabbico post-esposizione, da somministrare al più presto dopo il presunto contagio.

E’ stata dimostrata inoltre la trasmissione per via aerea in ambienti dove vivono centinaia di pipistrelli, come le caverne. La trasmissione interumana non è ancora stata documentata.

Nel 1997, l’OMS ha dichiarato l’Italia come paese libero da rabbia.

Vaccino disponibile

Rabipur: Vaccino anti rabbico inattivato, prodotto su cellule di embrione di pollo purificate (PCEC).
Esso è indicato per l'immunizzazione attiva contro la rabbia in soggetti di tutte le età.


Profilassi pre-esposizione

Immunizzazione Primaria (per soggetti mai vaccinati)

  • Regime convenzionale: tre dosi al giorno 0-7-21 (o 28)
  • Regime rapido: tre dosi al giorno 0-3-7 (solo per adulti tra 18 e 65 anni impossibilitati a completare il ciclo vaccinale convenzionale).
  • Regime rapido di una settimana a due dosi: due dosi al giorno 0-7 (solo per soggetti immunocompetenti).

Per soggetti immunocompromessi, deve essere utilizzato il regime convenzionale a 3 dosi. Il regime rapido e quello di una settimana con 2 dosi ai giorni 0 e 7 possono essere somministrati se accompagnati da esami sierologici, da eseguirsi 2‐4 settimane dopo la prima somministrazione del vaccino antirabbico per valutare se sia necessaria un’ulteriore somministrazione del vaccino. Si consiglia di consultare uno specialista in malattie infettive o un immunologo.


Raccomandate dosi di richiamo ogni 2-5 anni.

Si può impiegare anche come vaccino di richiamo per soggetti precedentemente immunizzati con qualsiasi vaccino rabico ottenuto da colture cellulari umane.


Profilassi post-esposizione:

La profilassi post-esposizione deve iniziare il prima possibile dopo l'esposizione, come raccomandato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Interrompere il trattamento se l’animale presunto infetto rimane in buona salute per i 10 giorni successivi di osservazione o se risulta negativo ai test diagnostici.

In caso di morsicatura leggera su cute non protetta, graffi o abrasioni superficiali senza sanguinamento si raccomanda:

  • somministrazione immediata del vaccino antirabbico

In caso di morsi o graffi transdermici o laccature su cute non integra, o in caso di contaminazione delle mucose con saliva o esposizione a pipistrelli si raccomandano:

  • vaccino antirabbico immediato

  • immunoglobuline umane (entro i 7 giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino)

Le schedule di immunizzazione post-esposizione prevedono 4 o 5 dosi ad intervalli prestabiliti.
Il regime a 5 dosi prevede la somministrazione del vaccino ai giorni 0-3-7-14-28.

I soggetti che sono stati vaccinati precedentemente (entro i 5 anni precedenti) riceveranno due dosi, la prima entro 24 ore dal sospetto contagio e la seconda al terzo giorno.


Come vaccinare

Il vaccino è somministrato esclusivamente per via intramuscolare.
Negli adulti e nei bambini di età pari o superiore ai 2 anni il vaccino deve essere iniettato nel muscolo deltoide. Per i bambini di età inferiore ai 2 anni, si raccomanda l'area antero-laterale della coscia.


Chi vaccinare

Profilassi pre-esposizione raccomandata per:

  • lavoratori in ospedali e laboratori diagnostici/di ricerca ad alto rischio di contagio o contaminazione;

  • veterinari, biologi, guardie forestali, tassidermisti, stabulari, allevatori e commercianti di bestiame, altri lavoratori a contatto con animali potenzialmente infetti.

  • viaggiatori diretti in verso aree endemiche.

L’offerta è gratuita per viaggiatori di tutte le età impegnati in progetti di cooperazione internazionale e per tutti i soggetti di età inferiore ai 18 anni.

E’ offerta gratuitamente anche per la profilassi post-esposizione.


Controindicazioni

Nella profilassi pre-esposizione: una reazione allergica grave (anafilassi) ad una precedente somministrazione di vaccino antirabbico, una reazione allergica grave a proteine dell’uovo (per vaccino antirabbico PCEC), ipersensibilità a principio attivo o qualunque eccipiente/residuo in esso contenuto (neomicina e aminoglicosidi).

Posticipare la vaccinazione in caso di febbre in fase acuta. Nel caso di patologie acute che richiedono trattamento, i pazienti non devono essere vaccinati fino ad almeno 2 settimane dopo la remissione.
La presenza di infezioni minori non deve portare al differimento della vaccinazione.

Nella profilassi post-esposizione: non esistono controindicazione, poiché la rabbia è quasi sempre mortale.


Precauzioni

Occorre particolare precauzione in caso di stati di immunosoppressione congeniti o acquisiti. Nei pazienti con grave immunodepressione va rinviata la vaccinazione antirabbica ed evitata per quanto possibile l’esposizione al rischio di malattia. 

In caso di gravidanza e allattamento, somministrare con cautela e valutare il rischio di infezione. La profilassi post-esposizione è comunque consigliata, data l’elevata letalità della malattia.


Interazioni

Durante la terapia post-esposizione non devono essere somministrati medicinali immunosoppressori, a meno che non siano essenziali per il trattamento di altre condizioni.

I dati clinici disponibili supportano la somministrazione concomitante di Rabipur con il vaccino inattivato anti-encefalite giapponese (JE) e il vaccino meningococcico coniugato MenACWY nei soggetti adulti.


Effetti indesiderati

Molto comuni sono il dolore al sito di iniezione, indurimento del sito di iniezione, non gravi e risolte in meno di 24-48 ore.

Comuni le reazioni allergiche lievi come eruzione cutanea e orticaria, ingrossamento delle ghiandole linfatiche, sintomi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea.

Molto rare quelle gravi come reazioni anafilattiche fino allo shock anafilattico, sindrome di Guillan-Barrè ed encefalite.


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