Vaccino anti-epatite A (HAV)

I vaccini contro l’epatite A sono ottenuti da colture cellulari umane con virus inattivati. Esistono due formulazioni, per bambini a partire dai 12 mesi fino ai 16 anni, e formulazioni per adulti, indicate a partire dai 16 anni di età.

Cos’è l’epatite A?

L’epatite A è causata dal virus HAV, un piccolo Picornavirus a RNA appartenente alla famiglia degli Hepatovirus trasmesso per via feco-orale, principalmente attraverso acqua o alimenti contaminati (cibi crudi o poco cotti contaminati,molluschi in particolare), o per contatto diretto interindividuale. L’infezione è spesso asintomatica, soprattutto nei bambini, ma può causare forme gravi, con mortalità fino allo 0,5%, che però può salire fino all’1–2% negli adulti sopra i 50 anni.

Le aree ad alta endemia includono regioni dell’Africa, dell’Asia, dell’America centrale e meridionale; focolai si verificano frequentemente dove le condizioni igieniche e sanitarie sono carenti.

Vaccini disponibili

Sono disponibili vaccini inattivati, prodotti in colture cellulari umane. Si distinguono:

  • Formulazioni monovalenti per bambini (≥12 mesi) e adulti (≥16 anni);

  • Vaccino combinato anti-HAV + anti-HBV, disponibile in formulazioni pediatrica (fino a 15 anni compiuti) e per adulti con indicazione a partire dai 16 anni di età.

Secondo WHO, le formulazioni inattivate dimostrano elevata efficacia e sicurezza, con protezione a lungo termine; raccomandazioni aggiornate nel position paper del 2022.

A chi è indicata la vaccinazione?

La vaccinazione è raccomandata per:

  • Viaggiatori diretti in aree ad alta endemia

  • Persone con epatopatie croniche (per rischio aumentato di forme fulminanti), immunodeficienze, uso di droghe via iniettiva, adozioni internazionali, persone senza fissa dimora

  • Pazienti che ricevono concentrati di fattori della coagulazione

  • MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini) e soggetti che fanno uso di droghe

  • Operatori di laboratorio esposti al rischio di infezione (virus HAV o primati infetti)

Indicazioni aggiuntive in alcune Regioni (es. Regione Piemonte):

  • Bambini 0–6 anni, figli di immigrati diretti in Paesi ad alta endemia.

  • Minorenni (<18 anni) che viaggiano per progetti di cooperazione internazionale o che si recano nei Paesi d’origine della famiglia in area endemica.

Gravidanza o allattamento non rappresentano una controindicazione. La vaccinazione può essere considerata in caso di rischio concreto di esposizione.

Controindicazioni e precauzioni

  • Rappresentano controindicazioni una reazione allergica grave dopo una precedente dose o a un componente del vaccino

  • In caso di malattia acuta grave o moderata, con o senza febbre, orticaria dopo precedente dose e reazione allergica grave al lattice


Controindicazioni temporanee

La presenza di un’infezione moderata o grave in corso con o senza febbre potrebbe essere motivo di rimandare la vaccinazione. Il trattamento con farmaci immunosoppressori o un sistema immunitario debole potrebbero essere causa di controindicazione, si consiglia di informare sempre il medico prima della somministrazione.

Quando e come vaccinare?

  • Monovalente (bambini/adulti): 2 dosi, intervallo di almeno 6 mesi.

  • Protezione inizia entro 2–4 settimane dalla prima dose; durata della protezione stimata ≥15 anni e potenzialmente fino a 25 anni con booster.

  • Combinato HAV+HBV: schema tipico di 3 dosi (adulti), oppure 2 dosi pediatriche con 6–12 mesi di intervallo.

  • Post-esposizione: non vaccinati di ≥12 mesi devono ricevere una dose ASAP (entro 2 settimane); immunocompromessi e malattie epatiche croniche richiedono anche immunoglobuline (0,1 mL/kg) nella stessa seduta ma in sede diversa.


Tutti i vaccini disponibili per l’epatite A sono da somministrare per iniezione intramuscolare, preferibilmente nella regione deltoidea, o nei bambini, nel muscolo della coscia.

Effetti indesiderati

Gli eventi avversi più frequenti sono lieve febbre, dolore e arrossamento al sito d’iniezione; più rari sono sintomi simil-influenzali o rash cutanei. Reazioni gravi (es. anafilassi) sono estremamente rare. Le reazioni vanno segnalate ai sistemi di sorveglianza.

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