Virus Respiratorio Sinciziale: prevenzione e ricerca.

Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è un virus endemico che si trasmette per via aerea. La maggior parte dei bambini al di sopra dei due anni di età risulta essersi già infettata almeno una volta. L’infezione naturale fornisce un’immunità incompleta, ma la scienza ci offre già delle misure di prevenzione della malattia.

COS’E’  E COME SI TRASMETTE
Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è un virus a RNA appartenente alla famiglia dei Paramyxoviridae di cui si conoscono due sottotipi: RSV-A e RSV-B. La sua circolazione è molto comune, in quanto la via di trasmissione preferenziale avviene tramite il contatto con secrezioni infette o, meno frequentemente, attraverso goccioline (droplets). La maggior parte dei bambini al di sopra dei due anni di età risulta essersi già infettata almeno una volta. Purtroppo l’infezione naturale fornisce un’immunità incompleta, che non sarà quindi permanente ma comporterà il rischio di infettarsi nuovamente nell’arco della vita.

SINTOMI E FATTORI DI RISCHIO
Generalmente nei bambini di età inferiore ai 5 anni, l’infezione decorre in maniera asintomatica; talvolta si manifesta con leggeri sintomi simi-influenzali che richiedono assistenza medica senza che sia necessario il ricovero ospedaliero.In caso di interessamento delle vie respiratorie inferiori, si osserva un quadro di bronchiolite o polmonite che, nei casi più gravi, può sfociare nel ricovero ospedaliero, nella ventilazione meccanica o, nel lungo termine, in una compromissione della funzionalità respiratoria.
Si stima che RSV causi ogni anno circa 33 milioni di casi di infezione ed una media di 132.000 decessi tra bambini al di sotto dei cinque anni di età in tutto il mondo.
In Europa, i dati forniti dalle diverse Nazioni, fanno stimare circa 20.000 ricoveri ospedalieri tra i bambini sotto i cinque anni di età, mentre i ricoveri annui per gli adulti sono in media 160.000. Tra i fattori che aumentano il rischio di sintomatologia grave si annoverano l’età, le eventuali patologie concomitanti e la stagionalità.
Le fasce di età più colpite da RSV sono:

- lattanti al di sotto dei sei mesi di vita e prematuri al di sotto dei 12 mesi di vita;

- bambini sotto i sei anni di età, andando a rappresentare la seconda causa di mortalità infantile nei paesi a basso e medio reddito;

- adulti con più di 65 anni (si stima che il carico di malattia sia simile a quello dell'influenza stagionale nella stessa fascia di età).

Tra le patologie concomitanti, invece, si annoverano:

- patologie respiratorie croniche come la displasia broncopolmonare e l’asma;

- la Sindrome di Down;

- cardiopatie congenite;

- disturbi neuromuscolari;

- stati di immunodeficienza

Per quanto riguarda la stagionalità, l’arco di tempo in cui si verifica il maggior numero di infezioni va da ottobre a marzo e ciò si associa inoltre alla concomitanza di altre patologie respiratorie stagionali quali l’influenza ed il più recente SARS-CoV-2, aumentando la pressione su ospedali e servizi sanitari.
Nel 2022 vi è stato in tutta Europa un progressivo aumento dei casi di infezione a partire da fine ottobre, dovuto alla rapida circolazione del virus tra i gruppi più a rischio. Anche i dati nazionali italiani comunicati al Sistema Europeo di sorveglianza (TESSy) dell'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) mostrano un aumento del livello di circolazione del virus. Ciononostante, attualmente solo un esiguo numero dei soggetti con sintomi respiratori acuti viene testato per la ricerca di RSV nonostante sempre più evidenze dimostrano che perfezionare il sistema di sorveglianza garantirebbe sicuramente una più corretta caratterizzazione dell’epidemiologia, contribuendo all’utilizzo più appropriato di risorse mediche e farmacologiche.
Nella maggior parte dei Paesi europei, il RSV non è una malattia sottoposta a segnalazione obbligatoria. Tuttavia, nel 2018 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ritenuto opportuno attivare un sistema di sorveglianza dei casi di infezione da RSV, con particolare attenzione ai bambini di età inferiore ai 2 anni e ai pazienti che richiedono ospedalizzazione, per migliorare i criteri di diagnosi microbiologica e delineare con precisione le caratteristiche di stagionalità, gruppi a rischio e diffusione dell’infezione. 

DIAGNOSI E TERAPIA
La diagnosi di infezione da RSV si basa solitamente sulla ricerca del genoma del virus tramite test di laboratorio specifici (PCR, immunofluorescenza).
Ad oggi non esistono opzioni terapeutiche specifiche per l'infezione da RSV, e la gestione dei bambini ospedalizzati è principalmente di supporto, mentre gli antibiotici sono indicati solo se vi è evidenza di una co-infezione batterica. Le terapie antivirali esistenti non sono raccomandate per l’uso di routine. Attualmente le terapie disponibili sono rappresentate dagli anticorpi monoclonali, somministrati per via intramuscolare con posologie differenti (numero di dosi e dosaggio) per proteggere i bambini durante la stagione di maggiore diffusione del virus. 

VACCINI E PREVENZIONE
La ricerca per la prevenzione del virus respiratorio sinciziale è in fase avanzata: sono in fase di sviluppo clinico 33 vaccini, di cui nove sono stati selezionati per studi clinici di fase avanzata.
Esistono quattro macro-categorie di tipologie di vaccino in studio, una destinata alla popolazione pediatrica (vaccino a virus vivo attenuato) e le restanti indicate per donne in gravidanza e anziani (vaccino a vettore virale, a subunità, a nanoparticelle).
In attesa di autorizzazione di un vaccino che permetta la prevenzione efficace dell’infezione e del decorso grave della malattia, occorre perciò rispettare le buone norme di igiene, soprattutto in caso di contatto con soggetti fragili di qualsiasi età. Lavarsi frequentemente le mani, evitare di andare a lavoro o a scuola se si presentano sintomi simil-influenzali, coprirsi naso e bocca quando si tossisce e si starnutisce sono buone pratiche che valgono per adulti e bambini ed impediscono la diffusione dei germi tra la popolazione.

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