Le vaccinazioni nei pazienti oncologici - Spunti di riflessioni e proposte per il futuro.

Lunedì 22 maggio si è tenuto presso l’Ospedale infantile “Regina Margherita” di Torino l’evento dedicato a “Le vaccinazioni nel paziente oncologico” durante il quale sono intervenuti numerosi esperti del settore, tra specialisti clinici, igienisti ed epidemiologi. È emersa come priorità la necessità di ottimizzare il percorso di vaccinazione dei pazienti affetti da neoplasia, personalizzandolo sulla base delle esigenze e delle tempistiche diagnostico-terapeutiche.


Grazie a percorsi di cura sempre più efficaci e perfezionati, la sopravvivenza dei pazienti oncologici è in costante aumento negli ultimi decenni. Tuttavia, i numerosi cicli di cura e i farmaci sempre più innovativi possono provocare effetti avversi di varia natura e gravità, come l’indebolimento delle difese immunitarie. In tali condizioni, molte patologie infettive, che nei soggetti sani danno scarsa o nulla sintomatologia, in questi pazienti possono dar luogo a quadri clinici potenzialmente rischiosi. Pertanto, i vaccini rappresentano un’arma fondamentale per la prevenzione di numerose malattie; ma la presa in carico del paziente deve avvenire secondo un approccio multidisciplinare per garantire l’ottimale integrazione della vaccinazione nel percorso di cura.
Sebbene la risposta immunitaria indotta dai vaccini possa risultare talvolta minore nei pazienti immunodepressi, è evidente che le vaccinazioni riducono notevolmente i rischi di infezione naturale ed il loro profilo di sicurezza risulta molto elevato nella maggior parte dei casi. Le evidenze scientifiche dimostrano che i vaccini anti-influenzale ed anti Herpes Zoster inducono una risposta anticorpale assimilabile a quella dei pazienti sani, programmando, ove necessario, dei richiami successivi in relazione al decorso della patologia.

Esistono già linee guida contenenti le raccomandazioni riguardo alle vaccinazioni per i pazienti oncologici, sia generali rispetto alle singole tipologie di vaccino, che specifiche sulla base del tipo di neoplasia e di trattamento in corso.
Ciò che risulta fondamentale è la progettualità relativa all’inserimento degli interventi nel percorso di presa in carico. Anche nel prossimo “Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025” sarà inserita una sezione specifica dedicata ai soggetti a rischio per patologie neoplastiche; tra gli obiettivi strategici, è prevista la promozione di interventi vaccinali nei gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia o stato immunitario, con un approccio centrato sulle singole esigenze, con una logica proattiva per il percorso vaccinale, sia a livello ospedaliero che territoriale.

Particolare attenzione va dedicata inoltre ai pazienti sottoposti a trapianto allogenico e terapia con CAR-T, procedure complesse e di lunga durata che inducono una seria deplezione dei linfociti B, cellule protagoniste di difesa dell’organismo dai microrganismi che producono anticorpi. Nel caso delle terapie a bersaglio molecolare o target therapy, la gestibilità della somministrazione dei vaccini risulta invece facilitata, grazie alla ridotta compromissione delle difese immunitarie indotta da questo tipo di farmaci.

Risulta comunque fondamentale rispettare le tempistiche degli schemi terapeutici, considerando tempi di inizio e prosecuzione delle cure o dei cicli di cura, e programmare preventivamente la somministrazione dei vaccini, tenendo conto anche di eventuali modifiche che il ciclo terapeutico può subire, in relazione alla risposta del paziente.

In caso di pazienti pediatrici, le strategie da applicare sono varie e di fondamentale importanza: l’immunizzazione attiva di tutti i componenti del nucleo familiare e di quanti vivono a stretto contatto con i bambini garantisce una maggiore ed efficace copertura nei confronti di potenziali infezioni; è necessario stabilire timing per seconde dosi e booster, integrando nel team specialistico anche esperti in ambito vaccinale. Queste raccomandazioni diventano ancora più importanti per quei bambini che non hanno concluso i cicli vaccinali e nei quali, in seguito a chemioterapia, il titolo anticorpale si riduce progressivamente.
Anche la figura del medico di medicina generale potrebbe essere di supporto nell’organizzazione dei programmi di vaccinazione dei pazienti affetti da neoplasie, essendo già impegnati nella vaccinazione di coloro che sono affetti da altre patologie croniche, come i diabetici. Inoltre il counseling effettuato dal Medico di famiglia rappresenta l’occasione ideale per coinvolgere e sensibilizzare tutte le persone che prestano assistenza domestica (i caregiver) a questi pazienti, sottolineando che bambini ed adolescenti possono rappresentare un importante veicolo di infezione quando sono a contatto con soggetti anziani e/o fragili.

Un interessante spunto di riflessione e discussione riguarda la pianificazione del percorso vaccinale in relazione all’ accessibilità delle prestazioni ad esso correlate. Una possibilità di implementazione efficace del servizio è rappresentata dall’introduzione nei Centri di Accoglienza e Sevizi (CAS) di una figura di riferimento per le vaccinazioni raccomandate. I CAS sono strutture presenti all’interno della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta attive in ambito di orientamento e supporto, per accogliere ed assistere i pazienti fornendo informazioni rispetto ai servizi erogati, alle modalità di accesso e alle prestazioni. All’interno delle stesse strutture ospedaliere inoltre potrebbero rendersi disponibili hotspot con personale dedicato addetto alle vaccinazioni, per una migliore e completa integrazione della scheda vaccinale al percorso diagnostico-terapeutico. Un ulteriore proposta è l’inserimento del protocollo vaccinale nel contesto del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA), che rappresenterebbe un passo fondamentale per un approccio olistico di cura dei pazienti oncologici. Una presa in carico multidisciplinare, che vede in quest’ottica, già da tempo, la costituzione del Gruppo Interdisciplinare Cure (GIC), presenta numerosi vantaggi, garantendo tempestività e coordinamento degli interventi, mettendo a disposizione dei pazienti un èquipe medica in costante aggiornamento e condivisione delle scelte e delle decisioni operative.

Un altro dei temi affrontati è quello dei vaccini in sviluppo, come quello contro il Citomegalovirus; questo agente patogeno causa infezione grave nel feto e la sua riattivazione nel paziente con difese immunitarie compromesse può causare gravi complicanze come polmonite, retinite ed encefalite, con potenziale perdita di funzioni, come nel caso del visus. Attualmente sono in sperimentazione varie tipologie di vaccino, e gli studi in fase avanzata stanno coinvolgendo gruppi di popolazione diversi per età e rischi.

Si sottolinea che i vaccini disponibili indicati per i pazienti fragili, e quindi per coloro che sono affetti da neoplasia, sono il vaccino contro lo pneumococco, contro il virus Herpes Zoster, contro il virus dell’influenza e contro il virus del COVID-19. Questi vaccini danno una risposta anticorpale sufficiente a prevenire l’insorgenza di malattia e a ridurre la gravità dei sintomi nei pazienti immunocompromessi, con un buon mantenimento dell’efficacia nel tempo.
Si ricorda inoltre che esiste un vaccino in grado di proteggere dal Papillomavirus, responsabile di una patologia infettiva a potenziale evoluzione neoplastica. Nella maggior parte delle regioni italiane l’offerta gratuita di questo vaccino è prevista per adolescenti, soggetti a rischio e donne sottoposte a terapia chirurgica per lesioni CIN2 o superiori. Questo vaccino si è dimostrato efficace nella prevenzione delle lesioni HPV-correlate della regione ano-genitale e del distretto testa-collo.

Si ringraziano tutti i professionisti intervenuti, che con le loro relazioni di altissimo livello hanno contribuito ad illustrare in modo completo ed esaustivo il tema delle vaccinazioni nei pazienti oncologici. Le tematiche trattate sotto molteplici punti di vista, da quello epidemiologico a quello clinico, hanno evidenziato la necessità di un approccio multidisciplinare a questo tipo di pazienti, offrendo una panoramica utile ed efficace per condurre a una gestione ottimale.

Per ulteriori informazioni, è disponibile il sito web della Rete Oncologica Piemonte e Valle d'Aosta. Al seguente link, è' anche disponibile la registrazione dell' evento, con allegate le presentazioni dei singoli relatori.


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