Informazioni sulle Malattie da Meningococco e le sue vaccinazioni

L’agente responsabile è un batterio denominato Neisseria Meningitidis detto anche Meningococco. Sono attualmente noti tredici tipi (sierotipi) di Meningococco, ma solo cinque (A, B, C, Y, W135) sono rilevanti dal punto di vista clinico e capaci di provocare malattia ed epidemie.

I sierotipi B e C sono responsabili della maggior parte dei casi in Italia, Europa e Americhe, sebbene anche i casi da attribuire ai tipi Y e W135 siano in aumento. I sierotipi A e C prevalgono in tutta l’Asia e l’Africa, il sierotipo W135 è noto per le meningiti verificatesi tra i pellegrini di ritorno dalla Mecca e per le epidemie in Africa.

Vie di trasmissione

La trasmissione avviene attraverso goccioline nasali e faringee di persone infette o portatori. Il periodo di incubazione è in media di 3-4 giorni. La fascia di età in assoluto più colpita è quella al di sotto di 5 anni di età, ma anche quella degli adolescenti ed i giovani fino ai 25 anni di età. Nel caso dei viaggiatori internazionali la suscettibilità riguarda anche l’età adulta.

Sintomi e complicanze

La meningite è la presentazione più comune di malattia invasiva da meningococco. I sintomi di meningite sono comparsa improvvisa di febbre, mal di testa, e rigidità del collo, spesso accompagnata da altri sintomi, quali nausea, vomito, fotofobia (sensibilità dell'occhio alla luce), e stato mentale alterato.

Sepsi meningococcica (setticemia o meningite da meningococchi) avviene senza meningite nel 5%-20% delle infezioni invasive da meningococco. Questa condizione è caratterizzata da insorgenza improvvisa di febbre e rash, spesso associata a ipotensione, shock, insufficienza multi-organo.

Presentazioni meno comuni di malattia meningococcica includono polmonite (dal 5% al 15% dei casi), artrite (2%), otite media (1%), e epiglottite (meno dell'1%).

Impatto sulla popolazione

Secondo i dati dell' Organizzazione Mondiale della Sanità, i tassi più alti di Neisseria meningitidis nel mondo si registrano nella cosiddetta meningitis belt (fascia della meningite), area che comprende i Paesi dell’Africa sub sahariana, dal Senegal all’Etiopia. In questa zona, dove vivono circa 300 milioni di persone, la malattia è endemica e la stagione secca favorisce la diffusione della malattia. Nella meningitis belt il ceppo di meningococco A è responsabile di circa l’80-85% di tutti i casi di malattia, con intervalli di 7-14 anni tra un’epidemia e un’altra. Nel 2009, 14 Paesi africani hanno riportato il più alto numero di casi dall’epidemia del 1996: 88.199 casi sospetti di cui 5352 letali. Nel 1996, infatti, in questa zona si è verificata la più grave epidemia di meningite mai registrata, con circa 250.000 casi e 25.000 morti in Niger, Nigeria, Burkina Faso, Ciad, Mali e altri Paesi limitrofi. La carenza di vaccini e di sistemi sanitari e di cura hanno sicuramente inciso sulle proporzioni dell’epidemia. Nei Paesi ad alto reddito e a clima temperato il numero di casi di meningite è piuttosto sporadico (aumentano in inverno e primavera). In Europa e negli Stati Uniti, la maggior parte dei casi è data da meningococco B e C. In Europa, secondo i dati ECDC nel 2017 sono stati riportati 3221 i casi di malattia meningococcica invasiva.

In Italia, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, "nel 2020 sono stati segnalati 74 casi di malattia invasiva da meningococco; nel 2019 e 2018 ne sono stati segnalati 190 e 170 rispettivamente. [...] L’incidenza delle malattie invasive da meningococco in Italia è stata di 0,28 casi/100.000 abitanti nel 2018 e 0,32 casi/100.000 abitanti nel 2019; nel 2020 il valore è sceso a 0,12 casi/100.000 abitanti."



Fonti / Bibliografia
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