Cosa è successo in Congo? Facciamo il punto
A fine 2024 viene rilevato nella Repubblica Democratica del Congo un focolaio di una patologia non riconosciuta, l'Organizzazione Mondiale della Sanità attiva l’iter per identificare la malattia e contenerne la diffusione
Timeline degli eventi
Tra ottobre e dicembre 2024, nella zona sanitaria di Panzi (Provincia di Kwango, RDC) sono stati segnalati 891 casi di una malattia non ancora diagnosticata.
I sintomi principali includono febbre (96,5%), cefalea, tosse (87,9%), rinorrea (57,8%), affaticamento (60,9%) e dolori muscolari.
I decessi sono associati a difficoltà respiratorie, anemia e segni di malnutrizione acuta. La maggior parte dei casi riguarda bambini sotto i 5 anni.
Il 17 dicembre, il Ministero della Salute della Repubblica Democratica del Congo ha annunciato che la malattia non ancora diagnosticata, responsabile della morte di oltre 143 persone, potrebbe essere associata a una forma grave di malaria che si presenta con sintomi respiratori.
Il 28 dicembre la WHO conferma, con un aggiornamento, che a causare la condizione patologica precedentemente non diagnosticata è stata una combinazione di malaria con infezioni respiratorie stagionali, particolarmente accentuata dalla malnutrizione.
I problemi legati al ritardo nella diagnosi: distribuzione geografica e contesto
I casi provengono da 9 delle 30 aree sanitarie locali, con il 95,8% concentrato in Tsakala Panzi, Makitapanzi e Kanzangi.
L’accesso a quest’area rurale e remota è stato reso ulteriormente difficoltoso dalla stagione delle piogge attualmente in corso. Questo, insieme alla limitata capacità diagnostica nel paese, alla scarsa copertura vaccinale e al limitato accesso a farmaci e dispositivi di protezione ha ritardato l’identificazione della causa ed il controllo del focolaio.
Cos’è stato fatto: public health response
Coordinamento: incontri con le autorità e partner locali sono in corso per gestire l'emergenza. Squadre di risposta rapida (RRT) sono state inviate a livello provinciale e nazionale.
Sorveglianza: si stanno identificando nuovi casi nei centri sanitari e nella comunità. Decessi extra-ospedalieri vengono investigati per chiarire le dinamiche di trasmissione.
Gestione dei casi: vengono fornite medicine e supporto clinico per ridurre i decessi.
Diagnosi: raccolta di campioni e test presso l'INRB ( Institut National de Recherche Biomédicale) di Kinshasa. Test rapidi per malaria e COVID-19 sono disponibili.
Prevenzione e controllo: gli operatori sanitari sono formati sulle pratiche igieniche per limitare la trasmissione.
Logistica: campioni e materiali sanitari vengono trasportati per supportare il trattamento e le indagini.
Potenziali rischi di diffusione
Il rischio globale è attualmente basso, ma la vicinanza al confine con l'Angola richiede monitoraggio e coordinamento transfrontaliero per prevenire la diffusione.
La malnutrizione è risultata essere uno dei fattori con maggiore influenza sul decorso della malattia verso esiti peggiori. Al momento in Repubblica Democratica del Congo la situazione è drastica in questi riguardi e la stima è che l’emergenza alimentare si intensifichi durante il 2025, con possibile conseguente aumento delle morti.
Questo evento ha sottolineato quanto sia importante il peso di infezioni comuni quando colpiscono popolazioni vulnerabili in stato di insicurezza alimentare. Come sottolinea la WHO, risulta necessario rafforzare l’accesso ai servizi sanitari e risolvere le sottostanti cause di vulnerabilità, in particolare la malnutrizione, dato il peggioramento dell’insicurezza alimentare.
La figura 1 mostra la situazione attuale sulla malnutrizione, periodo: Luglio-Dicembre 2024, mentre la figura 2 mostra come la situazione potrebbe evolvere tra Gennaio e Giugno 2025
I casi in Italia
In via precauzionale sono intensificati in Italia i controlli nei punti di ingresso al Paese, via mare e via aerea, rispetto ai viaggiatori provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo.
Il 22 novembre è stato ricoverato a Lucca un paziente con sintomatologia ascrivibile a questa patologia. Sono seguite le dimissioni il 3 dicembre e attualmente sono in corso le analisi sui campioni biologici prelevati durante la fase acuta e dopo la guarigione.
il 20 dicembre i campioni analizzati sono risultati negativi per diversi patogeni tra cui i principali virus respiratori, nonostante sia specificato nella comunicazione dell’ISS che la negatività degli esami effettuati su campioni prelevati a distanza di giorni dall’insorgenza dei sintomi non esclude che l’infezione possa essere stata causata da uno dei patogeni ricercati. Ulteriori ricerche metagenomiche sono in corso.
Un secondo caso sospetto si è trattato di una donna rientrante dalla Repubblica Democratica del Congo, in cui soggiornava lontano dal focolaio. La paziente è stata ricoverata a Cosenza a fine novembre, del tutto guarita in pochi giorni.